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sonora viterbo
Il rumore è spesso considerato come un suono indesiderato o come una sensazione uditiva sgradevole, che in modo assai soggettivo può essere valutata più o meno fastidiosa.

Fisicamente un suono non è altro che una variazione di pressione del mezzo elastico in cui lo stesso si propaga (solido, liquido, gassoso), a cui corrisponde una specifica energia definita Potenza sonora.

 

 

 

Il Rumore incide dunque sulla salute dell’uomo cioè sul suo stato di benessere fisico, mentale, sociale. Oggi si può affermare che l’esposizione al rumore provoca sull’uomo effetti nocivi riconducibili alle tre diverse categorie :

  • - danni fisici;
  • - disturbi nelle attività;
  • - annoyance (fastidio generico).

L’insorgenza di tali effetti nei soggetti esposti al rumore dipende dalle caratteristiche fisiche del rumore prodotto (livello di rumore, tipo di sorgente sonora, periodo di funzionamento della sorgente, caratteristiche qualitative del rumore emesso), dalle condizioni di esposizione al rumore (tempo di esposizione, distanza dell’individuo esposto dalla sorgente di rumore), dalle caratteristiche psicofisiche della persona esposta (abitudine e sensibilità al rumore, attività eseguita dall’individuo esposto).

 

 

La sensazione sonora associata all’onda che si propaga dipenderà, oltre che dall’intensità associata alla stessa, dallo specifico spettro di frequenze corrispondente. È infatti dimostrato come l’orecchio umano non è in grado di percepire tutte le frequenze, ma solamente quelle comprese tra 20 e 20000 hz, differentemente da altri organismi viventi, il cui range di frequenze percepito può essere maggiore. Le frequenze più pericolose per l’organismo umano sono certamente quelle più basse, motivo che ha portato a sviluppare parametri di misura appositi, in cui sono proprio le basse frequenze ad avere maggiore peso, tramite apposite curve di ponderazione.

 

 

A questo si aggiunge il tempo di esposizione, anch’esso in grado di modificare notevolmente la quantificazione dell’impatto, li dove si abbia la sovrapposizione di rumori con durate differenti.

In Italia un primo passo importante per la regolamentazione di questa materia è stato fatto nel lontano 1996, con la pubblicazione del Libro Verde della Commissione Europea “Politiche future in materia di inquinamento acustico”.  Proprio un’indagine riportata nel citato Libro Verde, definisce il rumore come la quinta fonte di preoccupazione per l’ambiente locale dopo il traffico, l’inquinamento atmosferico, la salvaguardia del paesaggio, la gestione dei rifiuti. Ulteriori studi stimano che il 20% circa della popolazione dell’Unione è esposta a rumori diurni continuati in ambiente esterno, dovuti principalmente al traffico, che superano il livello di 65 dB(A), considerato come un limite di tollerabilità per gli individui; mentre il 40% circa sono esposti a livelli di rumore compresi tra 55 e 65 dB(A), considerato quale valore di attenzione per cui si possono manifestare seri disturbi nel periodo diurno. Oggi le ricerche condotte nel tempo e le statistiche confermano, appunto, che il rumore è fra le principali cause del peggioramento della qualità della vita, in particolare  nelle città, ma nel complesso in tutti quei luoghi posti in prossimità di aree produttive, strade, ferrovie, aeroporti, ecc. se nel campo della sicurezza sul lavoro esistono oramai leggi e regolamenti molto stringenti che impongono specifici sistemi di protezione per i lavoratori, nel campo dell’acustica ambientale esistono ancora grosse lacune che si spera con il tempo possano essere compensate con apposite strategie e interventi in capo alle amministrazioni pubbliche competenti oltre che al governo nazionale che dovrà prendere appositi provvedimenti, tra cui il corretto recepimento delle direttive Europee in materia di tutela della salute pubblica.

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